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Kinmen(金門)

Un isolotto raggiungibile solo durante la bassa marea, una statua gigante di un generale lealista Ming, mura che rinfacciano slogan di propaganda all'altra sponda, case in stile tradizionale e case in stile occidentale, una spiaggia costellata di ostacoli antisbarco, e, infine, la vista sui grattacieli dell'altra Cina, la Repubblica Popolare Cinese. Sono da poco tornato da Kinmen (金門), un'isola di circa 153 chilometri quadrati, un po' più piccola dell'isola d'Elba. Da qui, ancor più che dall'isola principale, risulta evidente la “liminarità” di Taiwan, cioè il fatto di essere sul limes, sulla soglia tra la Repubblica di Cina 🇹🇼 (comunemente nota come Taiwan, appunto) e la Repubblica Popolare Cinese 🇨🇳 (comunemente Cina). La frontiera tra due sistemi politici che oggi sembrano divergere sempre di più.

Kinmen è rimasta alla vera e propria frontiera tra le “due Cine”. Da qui si capisce perché perfino il nome ufficiale di Taiwan, i.e., Repubblica di Cina, possa ancora avere un senso. Sarebbe infatti difficile definire gli abitanti di Kinmen come taiwanesi, non solo per la differente insularità, ma anche per la storia locale, diversa da quella dell'isola principale di Taiwan. Kinmen, ad esempio, non ha conosciuto mezzo secolo di colonizzazione giapponese come Taiwan (1895-1945). Un'addetta al banco informazioni del Quartier generale militare della dinastia Qing a Jincheng mi fa notare che, proprio per questo motivo, non avendo conosciuto contaminazioni giapponesi, il loro dialetto hokkien si differenzia sostanzialmente da quello parlato sull'isola principale di Taiwan, e potrebbe a giusto titolo definirsi “kinmenese”.

Per il suo carattere liminare, resta forse incerto il destino di Kinmen e delle centomila e passa persone che vi risiedono. Per ora resta il fatto innegabile (malgrado le reiterate menzogne del Partito Comunista Cinese) che la Repubblica Popolare Cinese non ha mai amministrato queste isole nemmeno per un secondo. E che quindi sì, esistono due stati al mondo il cui nome ufficiale contiene la parola “Cina”. Se ne faccia una ragione Pechino.

L'isolotto di Jiangongyu (建功嶼). La statua di Koxinga (國姓爺) è sulla sinistra.
Statua di Zheng Chenggong (鄭成功), noto anche come Koxinga (國姓爺), generale lealista Ming che combatté contro gli invasori Manciù, instaurando il regno di Tungning (1661-1683) a Taiwan e lungo la costa sudorientale cinese.
Forte sull'isolotto di Jiangongyu (建功嶼).
Tunnel militare di Jiugong (九宮坑道), sull'isola di Lieyu (烈嶼).
Un muro a Lieyu in prossimità del Forte di Shaxi (沙溪堡), recante lo slogan nazionalista「 三民主義萬歲」, "Lunga vita ai Tre Principi del Popolo".
Vista sulla città di Xiamen (廈門), RPC 🇨🇳, dal Forte di Shaxi (沙溪堡), Lieyu, RDC 🇹🇼.
Vista panoramica dal Forte di Shaxi (沙溪堡), Lieyu.
Una casa in stile tradizionale a Shuitou (水頭).
Torre Deyue (得月樓) ed edifici in stile occidentale a Shuitou (水頭).
Una casa in stile tradizionale a Shuitou (水頭), trasformata in Bed & Breakfast.
Carri armati dismessi sulla spiaggia tra il lago Ci (慈湖) e l'oceano. Sullo sfondo, un ponte in costruzione che presto connetterà l'isola di Kinmen con l'isola di Lieyu (烈嶼).
Portale di una casa tradizionale a Beishan (北山).
Ostacoli antisbarco arrugginiti sulla spiaggia di Guningtou (古寧頭).
Altri ostacoli antisbarco che si perdono a vista d'occhio sulla spiaggia di Guningtou (古寧頭).